ux writing
TEMPO DI LETTURA STIMATO: 3 minuti

Confondere l’attività di ux writing con quella di copywriting è errore molto comune. C’è una grande differenza però tra questi due tipi di scritture. Vuoi scoprirla?

“I dettagli fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio” – Leonardo Da Vinci.

Capirai continuando a leggere perché abbiamo scelto di aprire con questa citazione il nostro pezzo sullo ux writing. Perché spesso si tende a pensare che scrivere sia sempre la medesima attività, a prescindere dall’obiettivo.
Nulla di più sbagliato.
Oggi ciò che paga è la capacità di scrivere il testo (semi)perfetto in base a target, obiettivo, tipologia di conversione necessaria.

Quindi: non confondere il copywriting con lo ux writing. Non sono la stessa cosa.

Che cos’è lo ux writing

Lo ux writing ha a che fare con la user experience ed è quell’attività per la quale si ottimizzano i microtesti all’interno di un sito o di un’architettura web, al fine di permettere all’utente di interagire con l’interfaccia e di completare il percorso pensato per lui, in modo semplice ed efficace.

Ci vuole subito un esempio prima di proseguire, per togliere quel filo di nebbia che potrebbe ammantare questa definizione, un po’ tecnica.
Quante volte ti è capitato di entrare in un sito e perderti? Magari un ecommerce nel quale i processi d’acquisto erano complessi o dove non riuscivi a trovare in modo intuitivo i vari metodi di pagamento. Oppure un blog all’interno del quale le categorie erano mal espresse o nascoste.

E che cosa hai fatto in questi casi? 9 volte su 10, sei uscito! Perché nessuno di noi ha tempo da perdere.

Lo ux writing ha proprio lo scopo di evitare situazioni come questa.

Per approfondire ancora di più la definizione e comprendere soprattutto l’importanza di scrivere microtesti ottimizzati in ottica di user experience, cerchiamo di capire perché a volte si creano situazioni come quelle sopra descritte.

Il problema è che il sito, spesso, è progettato da un tecnico. E non sempre quest’ultimo si mette nei panni del fruitore. Per lui è tutto semplice, ma potrebbe non essere la stessa cosa per l’utente medio.
Chi si occupa di ux writing diventa dunque una sorta di traduttore tra il linguaggio del programmatore e l’utente finale: i suoi microtesti servono un po’ da mappa, capace di farlo orientare in modo efficace ed efficiente all’interno dell’architettura web, sia essa un sito, un’app, una landing page.

Chi è e cosa fa lo ux writer

La figura dello ux writer, colui che si occupa di ux writing, è semi sconosciuta in Italia.
In Europa questa professionalità così specifica ha avuto un’impennata importante nel corso del 2018, a seguito dell’esaltazione di queste figure da parte di colossi come Google, tanto per fare un esempio.

Sono davvero poche le agenzie di comunicazione ad avere uno specialista in ux writing; e neppure molte quelle che davvero sanno pesare l’importanza della scrittura di microtesti ottimizzati all’interno delle architetture web che progettano e confezionano.

Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza, anche per spiegare a chi si affida a dei professionisti della comunicazione perché curare questo dettaglio – ricordi la frase con cui abbiamo aperto il pezzo? – può davvero fare la differenza.

Di che cosa si occupa chi fa ux writing? Di scrivere testi per:

  • Call to action efficaci
  • Voci di menù
  • Form (moduli richiesta contatti)
  • Optin
  • Richieste Iscrizioni
  • Bottoni
  • Perfezionamento acquisti
  • Recupero carrello

Inserire nella progettazione di siti, app, landing page un professionista che sappia ottimizzare questi aspetti significa curare quel dettaglio in più a cui il 90% dei tuoi competitors non faranno attenzione.

In Bobble la user experience è al centro del lavoro: content strategist, copywriter, ux writer, web designer, compongono un team capace di ottimizzare l’esperienza dell’utente e di condurlo per mano alla positiva conclusione del suo percorso web.